
1) Come sta andando il turismo in Italia?
Dai media apprendiamo pareri molto contrastanti:
- Giorgio Palmucci, presidente Enit, il 12 agosto affermava: "Grazie al buon andamento degli arrivi stranieri il turismo dell'Italia si conferma in crescita anche per il 2019, con un ulteriore aumento degli arrivi aeroportuali di turisti internazionali a Ferragosto del +1,3% ed una previsione di chiusura d'anno al +4,7% rispetto al 2018”
- Bernabò Bocca presidente di Federalberghi già il 16 agosto affermava invece: “La stagione turistica non sta andando benissimo, anche se non ovunque. Soprattutto in questo mese di agosto, il mese per eccellenza della vacanze. «Sono mancati soprattutto tedeschi e inglesi”.
- Il Corriere della sera il 19 agosto riportava che “In Versilia il calo da inizio agosto è stato così evidente da provocare interrogazioni in Consiglio regionale con coda di polemiche politiche” e ancora: “I cartelli spuntati negli stabilimenti balneari del Veneziano valgono più di mille parole: «30% di sconto su lettini e ombrelloni».
Cresce il segmento lusso così come il turismo low cost, quest’ultimo con implicazioni non proprio del tutto positive (vedi fenomeni di overtourism).
Aumentano anche i flussi per le soluzioni alternative, agriturismi in testa.
Secondo la Coldiretti infatti gli Agriturismi stanno registrando un +7% delle presenze rispetto al 2018.
Sembra che la fascia media di viaggiatori stia progressivamente diminuendo. Proprio quella che aveva contribuito, in forma non certo marginale, alle performance eccezionali degli ultimi anni.
Molti attribuiscono le cause alla crisi internazionale che colpisce soprattutto questa categoria di viaggiatori.
Ciò è senz’altro vero, ma non è certo la sola, o meglio, essa è solo una parte del fenomeno che si inserisce nel contesto delle grandi evoluzioni in atto nelle varie nicchie del mercato turistico internazionale e che nel bacino del Mediterraneo, dove annualmente converge oltre il 25% degli arrivi turistici dell’intero globo, hanno i riflessi più diretti.
In questo e nei prossimi articoli analizzeremo gli aspetti che stanno condizionando i sistemi ricettivi in tutto il mondo e che, soprattutto per gli operatori italiani, possono rappresentare delle eccezionali opportunità di business.
Come prima considerazione non va dimenticato che a contribuire alle eccezionali performance dell’Italia degli ultimi 6/7 anni ha concorso, in modo non certo trascurabile, la riprotezione di masse di viaggiatori in fuga dai paesi dell’area mediterranea ritenuti poco sicuri e a rischio terrorismo.
Da tempo però questi paesi stanno investendo per riprendersi le quote di mercato perse e già dallo scorso anno hanno iniziato a raccoglierne i frutti con percentuali di crescita a due cifre.
Errore di molti operatori è stato capitalizzare quelle presenze anziché considerarle sopravvenienze contingenti che, presto o tardi, si sarebbero ridotte fisiologicamente e attuare politiche tariffarie al ribasso per cercare di di recuperarle.
Strategia molto pericolosa che innesca processi che si riveleranno poi estremamente nel medio termine.
Come si può competere sul piano tariffario con paesi agevolati da costi, tassazioni, monete di gran lunga più favorevoli a quelli italiani e che anche dal punto di vista qualitativo hanno servizi mediamente superiori?
Da considerare poi che, complice l’attuale crisi, oggi tocca all'Italia, restituire loro i favori a suo tempo resi: La ritrovata affidabilità dei mercati sta infatti indirizzando verso queste destinazioni anche fasce di viaggiatori fidelizzati su altre, che si trovano oggi con una ridotta capacità di spesa.
Questo è il contesto in divenire con cui gli operatori italiani, interessati a questo mercato, si dovranno confrontare nel breve e medio termine.
Ma come dicevo lo scenario attuale è molto più complesso e infatti a fronte di mercati che si contraggono altri si espandono rapidamente, offrendo grandi opportunità proprio agli operatori italiani. Se sapranno coglierle...
(Segue)
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