
Nel corso dell’ultimo decennio, di pari al mondo dei consumi, anche il modo di viaggiare ha subito una progressiva trasformazione.
Il fattore strategico che determina le scelte d'acquisto si è via via trasferito dal “bene” all’”esperienza”, su elementi non convenzionali.
Sotto la spinta dell'esperienziale i settori del turismo sopratutto d’alta gamma si sono così sempre più destrutturati, segmentandosi in nicchie specialistiche legate alle varie esperienze di viaggio e nel contempo intrecciandosi, spostando l’assetto organizzativo dai modelli standard al sartoriale puro.
Il tradizionale modo di viaggiare e visitare i luoghi è superato dalla ricerca di situazioni dinamiche in cui tra visitatore, elemento visitato e contesto si generino interrelazioni che permettano al viaggiatore di vivere e entrare attivamente nelle vera essenza del luogo: E’ l’incontro con il “Genius loci”, attraverso le icone e i suoi valori più autentici.
Una dimensione nuova che richiede proposte mirate, sartoriali, che sappiano coniugare il patrimonio storico, artistico, culturale e paesaggistico del territorio con le sue produzioni più esclusive: dall’eno-gastronomia alla moda, dall’artigianato alla musica, al design e con servizi ricettivi accurati, che siano l’espressione della migliore tradizione d’ospitalità.
L’esperienza si forma su base personale e dipende da gusti ed esigenze particolari di ogni singolo committente.
“Personalizzare” è quindi oggi la parola d’ordine non più “standardizzare”, con livelli di prestazione necessariamente elevati tesi a trasmettere in modo semplice, sobrio e diretto i valori più autentici del territorio, ben diversi nella sostanza da quelli più comunemente utilizzati dalle varie forme di turismo industrializzato.
Da fornitori di servizi a fornitori di emozioni
In questo nuovo mercato a creare valore non concorrono tanto dotazioni e servizi in quanto tali, ma la loro capacità di produrre emozioni e in quest'ottica gli hotel, i ristoranti e gli operatori del sistema turistico in generale diventano prima di tutto fornitori di emozioni ed esperienze personalizzate.
Questa tendenza sta contribuendo a modificare in modo significativo il turismo, sopratutto le fasce d’alta gamma e l’industria degli eventi (MICE), tanto da richiedere, da parte degli operatori dell’offerta, un approccio nuovo, totalmente diverso da quello tradizionale.
Si tratta infatti di un mercato molto ampio e destrutturato, non concentrato in determinate aree o presso taluni player, ma presente trasversalmente sia rispetto ai settori, che ne sono contaminati, sia alle categorie di operatori specializzati.
Un vento nuovo che in questi mercati sta stravolgendo i canoni tradizionali dell’industria del turismo e degli eventi, sovvertendo quei sistemi di produzione ed erogazione dei servizi che sono stati alla base del suo processo di industrializzazione imposto dai modelli d’oltreoceano a partire dagli anni 60-70.
Una tendenza che non è nuova per l’Italia, che ci riporta ai modelli di inizio novecento, in cui il Bel Paese è stato maestro nel mondo.